Disturbi d’ansia

Disturbi d’ansia

DISTURBI D’ANSIA

Cos’è l’ansia e cosa sono i disturbi d’ansia?

L’ansia è una normale reazione allo stress, un’emozione che ci permette di difenderci dai rischi ambientali, promuovendo l’attivazione dell’organismo di fronte a stimoli percepiti come potenzialmente pericolosi. Non potremmo vivere senza ansia. Essa è funzionale a mantenere lo stato di allerta, la concentrazione, aiuta a raggiungere gli obiettivi desiderati.

Tuttavia quando l’attivazione del sistema di ansia è eccessiva, ingiustificata e sproporzionata rispetto alle situazioni, l’ansia diventa disadattativa e causa di sofferenza tanto da diventare un disturbo invalidante. Esistono diverse tipologie di disturbi d’ansia, i più comuni sono presenti in questa pagina.

 

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Disturbo di panico e agorafobia

Un attacco di panico è un episodio di improvvisa ed intensa paura o disagio, accompagnato da sintomi somatici e cognitivi, quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, brividi o vampate di calore, paura di morire o di impazzire. Quando gli attacchi di panico diventano ricorrenti, e sono seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente del ripetersi di tali attacchi, si parla di disturbo di panico.

Chi lo vive descrive l’attacco di come un’esperienza estremamente dolorosa, al punto che la paura che si ripresenti diventa essa stessa un problema. Chi ha vissuto un episodio di attacco di panico gradualmente inizia ad evitare situazioni potenzialmente ansiogene, nel tentativo di scongiurare un nuovo attacco. Si crea quindi un circolo vizioso per cui la persona “per paura della paura” limita sempre più la propria vita diventando schiava del problema. Le situazioni ansiogene riguardano generalmente luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, come essere fuori casa da soli, essere in mezzo alla folla o in coda, essere in autobus treno o automobile. Le situazioni vengono evitate o sopportate con estremo disagio, o viene richiesta la presenza di un aiuto. Quando sono presenti queste caratteristiche si parla di disturbo di panico con agorafobia.

 

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Fobia specifica

La fobia specifica è una paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue, guidare nelle gallerie etc). A differenza della paura, la fobia è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione e non può essere controllata con spiegazioni razionali e ragionamenti in quanto supera la capacità di controllo volontario della persona. Chi vive un’esperienza del genere spesso prova un senso di vergogna e imbarazzo, con un conseguente abbassamento della propria autostima.

Una caratteristica delle fobie è che nel tempo, se non affrontate, tendono a cronicizzarsi piuttosto che estinguersi, fenomeno legato principalmente al comportamento di evitamento che normalmente le persone attuano per proteggersi da tali esperienza. Evitare un oggetto o situazione temuti sul momento dà l’illusione di ridurre e gestire l’ansia e la persona si tranquillizza, ma non permette di smentire il proprio timore rispetto alla pericolosità di quello stimolo, che continuerà ad essere percepito come pericoloso e dunque evitato.

 

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Fobia sociale

E’ un disturbo molto diffuso e consiste nella paura marcata e persistente di agire di fronte agli altri per il timore di sbagliare e ricevere giudizi negativi. Ne consegue che chi soffre di questa fobia evita o limita quelle situazioni in cui sia richiesto di compiere delle azioni anche semplici di fronte agli altri, come ad esempio il parlare, mangiare, camminare o telefonare, nel timore di apparire ridicoli o essere umiliati. La fobia sociale non va confusa con la timidezza, che può essere considerata un tratto caratteriale e che provoca un lieve disagio nel momento in cui ci si espone ma che non costituisce un reale ostacolo per la vita della persona.

 

 

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Disturbo ossessivo-compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo d’ansia che colpisce circa il 2% della popolazione a prescindere dal sesso, e che può esordire nell’infanzia, adolescenza o in età adulta, anche se nella maggior parte dei casi i primi sintomi si manifestano prima dei 25 anni di età. Tale disturbo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni e in assenza di un trattamento adeguato tende a cronicizzarsi e a diventare molto invalidante per chi ne soffre.

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi intrusivi e ripetitivi, percepiti come incontrollabili da chi li sperimenta. Sono avvertite come estremamente disturbanti e solitamente giudicate dalla persona stessa come infondate o eccessive. Le ossessioni attivano emozioni sgradevoli e molto intense, quali paura, disgusto, colpa, con il conseguente bisogno di fare il possibile per rassicurarsi e gestire il proprio disagio.

Le compulsioni, sono quei comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi che caratterizzano le ossessioni sopra descritte. Le compulsioni diventano facilmente rigide regole di comportamento e sono eccessive, talvolta bizzarre agli occhi degli osservatori. Un esempio classico è l’ossessione inerente germi e sporcizia, che costringe chi ne soffre a lavarsi ripetitivamente le mani.

 

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Disturbo post-traumatico da stress

Il disturbo post-traumatico è caratterizzato da un insieme di sintomi che si manifestano in conseguenza di un evento traumatico, come aver vissuto o assistito ad una o più situazioni che hanno implicato morte, minaccia di morte, lesioni gravi o minaccia alla propria integrità fisica o a quella di altre persone. In seguito a questi eventi, l’individuo vive uno stato di forte allarme caratterizzato da paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore, rivive persistentemente l’evento con ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni, incubi e sogni spiacevoli, sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando, evita in maniera persistente gli stimoli associati con il trauma.

Non tutte le persone reagiscono nello stesso modo ad un trauma: il disturbo post-traumatico da stress, infatti, non è legato all’evento in sé ma all’impatto che tale episodio ha avuto sulla persona. È ipotizzabile, quindi, che l’evento di per sé non sia l’unica causa del disturbo ma che intervengano fattori individuali come caratteristiche di personalità, storia individuale e strategie difensive personali.

L’insorgenza del Disturbo Post Traumatico da Stress può intervenire anche a distanza di mesi dall’evento traumatico e la sua durata può variare da uno a molti mesi, con il rischio di cronicizzarsi, per questo è importante chiedere un aiuto professionale.

 

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Disturbo d’ansia generalizzato

L’aspetto centrale di questo disturbo è un’ansia generalizzata che pervade molte circostanze della vita quotidiana di una persona (famiglia, denaro, salute personale etc), difficilmente controllabile, benché le preoccupazioni siano generalmente percepite come sproporzionate rispetto agli eventi che la persona teme.

In ambito clinico il disturbo d’ansia generalizzata viene diagnosticato più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini (circa il 55-60% di coloro che presentano il disturbo sono donne). I soggetti con questo disturbo sono spesso irritabili, irascibili, incapaci di rilassarsi e persino di mantenere la concentrazione; sono descritti come persone spesso irrequiete, distratte e impazienti. Frequentemente soffrono di insonnia e rimuginano sull’eventualità di disgrazie incombenti, per sé ed altri. Il disturbo, tendenzialmente cronico e di lunga durata, può facilmente essere accompagnato da depressione.

 

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